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Terapia di Accettazione e Impegno (ACT)

L'ACT è stata considerata, insieme alla Mindfulness, come la terapia cognitiva di “terza generazione”. Essa si basa sulla Relational Frame Theory (RFT) ossia un programma di ricerca di base sulle modalità di funzionamento della mente umana (Hayes, Barnes-Holmes, e Roche, 2001). 
Tale ricerca suggerisce che molti degli strumenti che le persone utilizzano per risolvere i problemi, conducono in una trappola che crea sofferenza.

L’ACT prende in considerazione alcuni concetti non convenzionali tra i quali:
  • La sofferenza psicologica è normale, è importante ed accompagna ogni persona.
  • Non è possibile sbarazzarsi volontariamente della propria sofferenza psicologica, anche se si possono prendere provvedimenti per evitare d’incrementarla artificialmente.
  • Il dolore e la sofferenza sono due differenti stati dell’essere.
  • Non bisogna identificarsi con la propria sofferenza.
  • Si può vivere un’esistenza dettata dai propri valori, iniziando da ora, ma per farlo si dovrà imparare come uscire della propria mente ed entrare nella propria vita.

Principi chiave dell'ACT
L’idea alla base dell’ ACT è che la sofferenza psicologica ed i conseguenti disturbi comportamentali, siano causati dall’evitamento dell’esperienza e da una condizione interiore di rigidità psicologica. Proprio per questa ragione l’ACT usa strategie di impegno e cambiamento, unite all’ atteggiamento di accettazione della mindfulness, allo scopo di aumentare la flessibilità cognitiva dei pazienti. 

Tale flessibilità psicologica è ricercata per mezzo di sei impiega sei principi base:
  1. Defusione, ossia metodi per ridurre la tendenza a identificarsi con i pensieri, le immagini mentali e le emozioni.
  2. Accettazione, attraverso la quale permettiamo ai pensieri di fluire liberamente senza cercare di contrastarli o reprimerli.
  3. Connessione, si riferisce al contatto con il momento presente, la consapevolezza del qui e ora, vissuto con apertura, interesse e ricettività.
  4. Il sé osservante, ossia l’accesso a un senso trascendente di sé, una continuità di coscienza che è immutabile.
  5. Valori, cioè la scoperta di ciò che è più importante per il proprio vero sé.
  6. Azione impegnata, consiste nello stabilire gli obiettivi in base ai valori e realizzarli in modo responsabile.

Infine, secondo questo approccio clinico è importante riconoscere le aree della vita in cui è possibile avere un certo grado di controllo, rispetto a quelle in cui ciò non è possibile. Partendo da questo presupposto, l’ACT punterebbe ad aiutare i pazienti a portare il proprio comportamento sotto un adeguato controllo contestuale là dove questo sia possibile, incoraggiando un sentimento di piena accettazione nelle situazioni che non sono modificabili con la sola volontà. ​
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